“Non bisogna far debito – ricorda Giancarlo Giorgetti – il ministro tedesco mi ha detto che è preoccupato per l’aumento dei tassi”. La differenza “sono 50 miliardi ed è quanto ogni anno il ministro delle finanze italiano deve sottrarre ai contribuenti”.
Il ministro dell’Economia lancia ancora una volta l’allarme sul debito pubblico. “Quando si cube non bisogna fare deficit, non bisogna fare debito – cube Giancarlo Giorgetti al Discussion board internazionale del turismo – A margine di un Ecofin, il ministro tedesco, di cui sono abbastanza amico, mi cube: ‘sono molto preoccupato per l’aumento dei tassi, l’anno prossimo pagherò 40 miliardi di tassi di interesse’. E io gli ho risposto: ‘Io che ne pago 90 cosa dovrei dire?’. La differenza sono 50 miliardi ed è quanto ogni anno il ministro delle finanze italiano la differenza di cui si deve farsi carico e sottrae ai contribuenti“. Il ministro sottolinea che proprio per questo, se chi è venuto in precedenza ha sbagliato, ora “non dobbiamo sbagliare noi“.
Giorgetti ha anche commentato la promozione delle agenzie di ranking, raccontando di aver detto a Meloni: “Se facciamo queste cose, andrà bene, se ne facciamo altre andrà male“. Ma prima delle agenzie c’è stato un segnale molto più importante per il ministro: “Quello dei risparmiatori italiani che hanno sottoscritto in massa i titoli di Stato italiani, quella vicenda è stata molto importante in funzione delle agenzie di ranking, perché se gli italiani non credevano al messaggio che mandava il governo, inevitabilmente le agenzie di ranking avrebbero tratto le conseguenze“.
“Il governo sta cercando di restituire una parte, di recuperare una parte di questa perdita di potere d’acquisto sulle famiglie più povere, i redditi più bassi, dando qualcosa di più in busta paga con la decontribuzione e il nuovo scalone, per cercare di ridare fiato ai bilanci in difficoltà delle famiglie – spiega ancora Giorgetti, parlando della manovra di bilancio varata dal governo Meloni – Siamo accusati aver fatto un po’ di deficit ma l’abbiamo fatto perché siamo con la coscienza di di chi si sente in questo problema“.